ASANA vissuta come un Rituale

Un Asana è una posizione mantenuta che viene eseguita con il corpo.

Se pensiamo a come si esegue e all’attenzione al dettaglio nella consapevolezza del gesto, possiamo facilmente paragonare un ASANA ad un RITUALE perché ogni movimento si ripete allo stesso modo da un lato e dall’altro.
RITUALE

Il Rituale consente non di “ripetere” in maniera sterile una gestualità immutabile,
ma di ricominciare perpeuamente, la stessa cosa certo, ma indefinitivamente diversa.

Se pensiamo all’ASANA, la ripetizione è sempre uguale e differente al tempo stesso perché il nostro corpo, nella costante ripetizione, si apre e si fa diverso perché il nostro respiro fluisce in modo diverso, perché noi siamo differenti da ieri e ci poniamo nei confronti della fatica e della postura in modo diverso.

Nel RITO, tutto è uguale e tutto cambia evolvendo perchè noi evolviamo nel rito.
Nell’eseguire l’ASANA seguiamo uno schema che ci viene proposto dal Maestro che, attraverso la voce e il corpo, porta l’allievo ad un corretto allineamento, all’uso cosciente del respiro, al giusto approccio mentale.

Un RITO è una ripetizione consapevole, una riflessione sul gesto, un approfondimento che continua ogni volta nella ricerca della “perfezione”.

Un ASANA diventa un RITUALE quando si trasforma quasi in una preghiera con il corpo, che nella lentezza del movimento, consente di sperimentare una nuova consapevolezza.

Buon RITUALE!

Saint-Exupery da “Il Piccolo Principe”

«Ci vogliono i riti».
«Non si conoscono che le cose che si addomesticano», disse la volpe. «Gli uomini non hanno più tempo per conoscere nulla. Comprano dai mercanti le cose già fatte. Ma siccome non esistono mercanti di amici, gli uomini non hanno più amici. Se tu vuoi un amico addomesticami!».

«Che bisogna fare?» domandò il piccolo principe.

«Bisogna essere molto pazienti», rispose la volpe. «In principio tu ti sederai un po’ lontano da me, così, nell’erba. Io ti guarderò con la coda dell’occhio e tu non dirai nulla. Le parole sono una fonte di malintesi. Ma ogni giorno tu potrai sederti un po’ più vicino…».

Il piccolo principe ritornò l’indomani. «Sarebbe stato meglio ritornare alla stessa ora», disse la volpe. «Se tu vieni, per esempio, tutti i pomeriggi alle quattro, dalle tre io comincerò ad essere felice. Col passare dell’ora aumenterà la mia felicità. Quando saranno le quattro, incomincerò ad agitarmi e ad inquietarmi; scoprirò il prezzo della felicità! Ma se tu vieni non si sa quando, io non saprò mai a che ora prepararmi il cuore…

Ci vogliono i riti». «Che cos’è un rito?» disse il piccolo principe.
«Anche questa è una cosa da tempo dimenticata», disse la volpe.
«È quello che fa un giorno diverso dagli altri giorni, un’ora dalle altre ore».


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